“Che allegria piena, distesa, Sirmione, rivederti più bella di tutte le isole e penisole che Nettuno solleva sulle acque diverse dei laghi trasparenti o del mare immenso.” Così cantava il celebre poeta Catullo, quando, dopo un periodo passato in viaggio, tornava a casa e rivedeva l’amata Sirmione.
La tradizione, che risale al XV secolo, identifica la penisola e in particolare la villa romana sulla punta come sua casa, ma non lo sappiamo con certezza. Quel che è certo è che le Grotte di Catullo sono un luogo unico e incantato, in cui si conservano i resti di una delle maggiori ville romane del Nord Italia. Come se non bastasse il sito è collocato in una cornice paesaggistica invidiata da tutto il mondo, che attrae turisti durante tutto l’anno.

 

IL POETA NUOVO
Catullo fu uno dei poeti cardine della letteratura latina, capace di esprimere come nessun altro i profondi sentimenti umani, in particolare quelli amorosi. Però chi era veramente? Chi conosce la vera storia di Catullo?  
Gaio Valerio Catullo (84 a.C. – 54 a.C.) fu un poeta romano nato nella Gallia Cisalpina, vicino a Verona. Le sue poesie esplorano con grande acutezza e soprattutto attualità le emozioni, in particolare l’odio e l’amore. Quando si trasferì a Roma conobbe Clodia, con cui ebbe una relazione travagliata che fu la base di alcuni suoi capolavori.
Non partecipò mai alla vita politica come altri suoi poeti contemporanei. Preferì una poesia leggera, capace di dipingere in versi scene di vita quotidiana. Queste sue caratteristiche lo posero tra i poeti nuovi, lontani dalla tradizione del poema epico e del racconto delle gesta eroiche.

 

LE GROTTE DI CATULLO: UN’IMPRESA CICLOPICA
Un poeta di tale fama non poteva che avere una casa alla sua altezza. Le Grotte di Catullo sono considerate un’impresa architettonica molto complicata. La villa, che si estende per due ettari (20.000 mq), fu costruita secondo criteri di assoluta simmetria. Questo comportò numerose difficoltà tecniche a causa della natura del suolo, molto differente e quasi privo di punti piani. Così gli architetti di duemila anni fa dovettero sfruttare il più possibile la forma del terreno e in alcuni punti tagliare la roccia.
Purtroppo ad oggi molte parti della villa sono distrutte. La natura nei secoli si è fusa con i suoi resti creando un ambiente indimenticabile. Proprio da questa unione nacque il nome Grotte di Catullo, a indicare i vani crollati e ricoperti dalla vegetazione, in cui si poteva entrare come in cavità naturali.

 

Un luogo che porta con sé un’aura magica. Per un attimo tutto si ferma e si respira aria di passato. Alla fine della visita capiamo perché Catullo amava tanto Sirmione: qui trovava la pace e la tranquillità, lontano da tutte le ansie e le inquietudini di poeta. Sensazioni trasmesse e provate anche dai visitatori che vengono rapiti da questo luogo incantato.

Vedi anche