Storico, perché vive in queste terre da 8 secoli. Saggio, perché le sue mura raccontano mille avventure.  Fiabesco, perché una misteriosa leggenda lo accompagna. Il Castello Scaligero di Sirmione è tutto questo.
Costruito a protezione della parte finale della penisola, è diventato il simbolo di una terra magica, ricca di cultura, sapori ed emozioni.
È un posto “egocentrico”, ama attirare tutti i visitatori verso di sé per ammirarlo in tutta la sua bellezza e grandezza. Ed ha anche ragione. Il Castello infatti custodisce i segreti di Sirmione ed è uno dei più completi e meglio conservati d’Italia, tanto da entrare a pieno diritto nella top 10 dei Castelli più belli del nostro paese (
La Stampa, Repubblica, travel365, Walks of Italy).
Non ci resta che esplorarlo, lasciandoci incantare dalla sua storia e dalla sua leggenda.

 

CARTA D’IDENTITÀ
Il Castello di Sirmione è un luogo magico, ricco di mistero, capace di attirare turisti da ogni parte del mondo e conquistargli il cuore.
È un regalo lasciatoci dal periodo scaligero. Intorno al XIII secolo Sirmione entrò a far parte dei domini dei Della Scala di Verona che vollero la costruzione della rocca, importante per la sua posizione strategica in difesa dei domini Scaligeri verso Mantova e Milano.
La prima parte del castello venne costruita su un’antica fortificazione romana. Ultimata nel 1278 comprendeva il mastio, la torre più elevata da cui la rocca domina il lago, il cortile principale, le tre torri e i due ingressi con ponte levatoio.
La recinzione del borgo, la porta merlata che si affaccia su piazza Flaminia e la famosa darsena, luogo di rifugio per la flotta scaligera, vennero aggiunte solo un secolo dopo.
Passata sotto il dominio di Venezia nel 1405, Sirmione cominciò un lento declino a causa dell’aumentata importanza strategica assunta dalla vicina Peschiera.

 

30 METRI PER LA FORTEZZA DI SIRMIONE
È vero, sembra di essere in un sogno ad occhi aperti o in una fiaba con cavalieri e principesse. Sono proprio queste le sensazioni quando si vede per la prima volta, e non è finita qui.
Entrando si accede al cortile principale dove ci accoglie il “padrone di casa”: il mastio, circondato da quattro alte mura. L’interno del castello è privo di decorazioni se non delle picche o pigne in pietra poste sui camminamenti, poiché pur essendo stato una fortezza di estrema importanza, non fu mai sede di corte.
Un grande portale ad arco introduce poi ad un corridoio dal quale si può raggiungere da un lato la darsena, l’antico rifugio della flotta scaligera, dall’altro il mastio, con una scalinata di 146 gradini che conduce ad una vista unica sul lago e sulla penisola di Sirmione.
Proseguendo si giunge all’interno della torre angolare da cui si accede ai tipici camminamenti con merli ghibellini a coda di rondine che circondano tutta la struttura.

 

SEGNI PARTICOLARI
Conclusa la visita e carichi di immagini da favola nella mente e di foto da condividere sui social nel cellulare, manca solo un elemento per essere un luogo da favola: una leggenda. Infatti come ogni castello che si rispetti anche questo porta con sé una storia misteriosa e crudele, legata a due innamorati: Ebengardo e la sua amata Arice.
Si narra che i due vivessero sereni nella rocca, fino a quando il loro amore venne interrotto. Una notte di pioggia e vento un cavaliere, Elaberto, bussò alla loro porta chiedendo ospitalità. Arice era una donna bellissima e l’ospite se ne innamorò al primo sguardo. Continuò a pensarla tutta la notte finché decise di andarla a trovare in camera sua. Lei spaventata urlò e cercò di fuggire. Elaberto però impazzì nel vederla scappare e preso un pugnale la uccise. Ebengardo, sentite le urla dell’amata, corse in suo aiuto, ma arrivò troppo tardi. Preso dalla rabbia uccise il cavaliere dopo una violenta lotta.
Secondo la leggenda, ancora oggi, lo spirito di Ebengardo si aggira per il Castello in cerca della bella Arice.

 

Non l’hai ancora visitato? E cosa aspetti? Il Castello Scaligero e la magica terra di Sirmione ti aspettano in un’esperienza unica che coinvolgerà tutti i tuoi sensi. “E vissero per sempre felici e contenti”.

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